Stazione
di Bologna, ore 07:11.
“Scusa,
Mario, sei tu? Scusaaaa!!”. Un omino sulla settantina con occhiali spessi si ferma,
si gira, fissa la donna che continuava a scusarsi, lei si avvicina, si guardano
e con un sorrisone da “HO VINTO ALLA LOTTERIA!” si salutano affettuosamente. Si
siedono sulla panchina del binario e inizano a raccontarsi aneddoti di almeno
trenta anni prima: “Ti ricordi quella volta che
tizio (rispettiamo la privacy!) ha fatto questo e quest’altro?... E
quella volta quando andammo con tizio a fare quella cosa in quel posto?”. Insomma,
una marea di “Ti ricordi?” alternati da un “Come no!!” pieno di entusiasmo. Molto
carini!
Adesso,
mettendo da parte la possibilità che l’uomo dagli occhiali spessi magari manco
si ricordava della donna con cui era seduto a parlare, questa situazione non è
poi così particolare nè così rara. Allora, Federica (che sarei io) perchè stai
scrivendo a riguardo?
Perchè
nel mio cervello ancora addormentato e desideroso di caffeina è giunto l’eco di
una domanda: chissà quante delle cose che ricordiamo sono davvero così come le
ricordiamo?
Riformulo
la domanda: é possibile essere certi di ricordare qualcosa che invece non è mai
accaduto?
Ed
ecco l’argomento di cui scriverò: i falsi ricordi.
La
maggiore esperta in tema di labilità della memoria e di falsi ricordi è
Elizabeth Loftus, Professore di psicologia e di legge alla Washington
University e Presidente dell’American Psychological Foundation. Un mostro
sacro, una meraviglia della natura, una di quelle persone che al tema “Parla del
tuo eroe, della persona che più ti ha ispirato”, vi garantirà un 10+ e una
scomunica da parte di vostro padre/nonno/Superman (insomma da parte di coloro
che per vincolo di sangue, o nel caso di Superman perchè ha i superpoteri più
fighi, dovrebbero essere i vostri eroi!)
Toriamo
alle cose serie.
Cosa
sono i falsi ricordi? Sono ricordi non autentici, che possono essere totalmente
inventati o possono derivare da altri ricordi reali parzialmente alterati; un
falso ricordo può crearsi ache per aggregazione cioè da varie e diverse memorie
possono essere estrapolati frammenti che nella mente umana vengono ricombinati
insieme.
La
cosa sorprendente non è tanto la loro esistenza, ma piuttosto la facilità con
cui possono essere creati. Esatto, possono essere creati!
Diversi
studi hanno infatti mostrato che è possibile impiantare un falso ricordo nella
mente delle persone. Come?
Semplicemente
suggerendo all’individuo una disinformazione. Tale disinformazione può invadere
i nostri ricordi quando parliamo ad altri, quando veniamo interrogati in modo
suggestivo (“Dov’eri il 3 Aprile alle 21:18?”) , quando leggiamo i giornali o
vediamo fotografie relative a qualche evento al quale abbiamo assistito in
prima persona.
Negli
anni settanta Elizabeth Loftus e il suo team di ricerca riuscì a far credere
alla grande maggioranza di un gruppo di volontari a cui aveva mostrato
delle fotografie di un incidente di aver visto un cartello stradale diverso da
quello realmente presente sulla scena fotografata.
Gli esperimenti successivi confermarono la
presenza dello stesso fenomeno. In ogni prova i ricercatori riuscivano con
molta facilità a convincere i volontari di aver visto un oggetto o un
personaggio diverso da quello presente sulla scena.
Se è possibile indurre una persona a credere
di aver visto cose che non ha mai visto, è possibile fargli credere di aver
vissuto eventi in realtà mai avvenuti?
Kimberley Wade e il suo gruppo di ricerca riuscì a far credere a circa la metà delle persone che aderirono al loro esperimento di aver vissuto durante l'infanzia un viaggio in mongolfiera, evento mai avveuto.
Kimberley Wade e il suo gruppo di ricerca riuscì a far credere a circa la metà delle persone che aderirono al loro esperimento di aver vissuto durante l'infanzia un viaggio in mongolfiera, evento mai avveuto.
In un esperimento successivo riuscirono a
farsi raccontare da un altro gruppo di volontari, esposti precedentemente ad
una falsa pubblicità del parco divertimenti Disneyland, di aver incontrato
proprio lì Bugs Bunny, cosa assolutamente impossibile perchè il simpatico
mangiacarote non è un personaggio Disney!
I ricercatori fecero un salto di qualità
quando decisero di studiare i (FALSI) ricordi di eventi traumatici.
Selezionarono con cura i partecipanti all' esperimento chiedendo ai loro
genitori se si fossero mai persi in un centro commerciale, un evento molto
traumatico che in un bambino lascia segni significativi (no,non è come vi fanno
credere i fantastici film dove i ragazzini passano una notte da leoncini in un
immenso centro commerciale a fare razzia di merendine dagli scaffali e a
correre tra un reparto surgelati e un banco salumi!). Il campione fu
composto esclusivamente da coloro che non si erano mai persi in un centro
commerciale. Anche in questo caso buona parte dei volontari a fine
esperimento forniva un resoconto ricco di dettagli di un evento mai
avvenuto.
Quali sono le implicazioni di questa
scoperta?
Immaginate durante un interrogatorio di
polizia quanto sarebbe facile impiantare un falso ricordo nella mente di un
testimone chiave!
L'interrogatorio di un testimone è un momento
critico e per questo non va affidato a personale inesperto o peggio in
malafede. La Loftus ha svolto tantissimi
esperimenti sulla memoria, sulle testimonianze oculari e le procedure
giudiziarie ed è stata consulente in centinaia di processi a volte salvando innocenti
condannati alla sedia elettrica.
Insomma la nostra memoria non è affatto un
porto sicuro, è estremamnete malleabile, modificabile e spesso può ingannarci.
Il cervello tende a colmare le lacune di ricordi incerti e può capitare che il
contenuto di queste “toppe” sia assoluamente falso.
Questo per dirvi che a volte siamo
perfettamente capaci di prenderci in giro da soli!
BIBLIOGRAFIA
- Loftus, E. F.
(2003). Our changeable memories: Legal and practical
implications. Nature Reviews: Neuroscience, 4, 231–234
- Loftus,
E. F. Creating false memories. Sci. Am.
277,70–75 (1997).
- Wade, K. A.,
Garry, M., Read, J. D., & Lindsay, D. S. (2002). A picture is worth a
thousand lies: Using False Photographs to Create False Childhood Memories. Psychonomic Bulletin &
Review, 9, 597-603.
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