mercoledì 20 aprile 2016

NON È MAI TROPPO PRESTO PER LA MUSICA



Una famosa citazione di F. Nietzsche riporta che il filosofo si sia espresso in questi termini : “ La vita senza la musica sarebbe un errore”.
Prescindendo dal pensiero filosofico dalla quale scaturisce tale affermazione, mi trovo molto in accordo con essa. La musica è per molti, me compresa, uno strumento attraverso il quale è possibile regolare il proprio umore, e trasportarsi con il pensiero lontano dal qui ed ora; quanti accendono lo stereo con il volume al massimo dopo una delusione d’amore?  E quanti, ascoltando una canzone di un artista americano a caso in macchina, iniziano a cantare a squarciagola, immaginandosi sulla Route 66? Sembrerebbe, partendo da questi due esempi, che l’effetto della musica sul nostro stato emotivo sia legato ad uno sforzo attivo e consapevole. Interessante sarebbe capire se la musica possa avere un effetto sul benessere in maniera implicita, e senza una partecipazione attiva da parte dell’ascoltatore. In letteratura ci sono diversi studi che danno una risposta affermativa a questa questione. In questo articolo riassumiamo uno studio americano (Schwartz, Fred J., Ruthan Ritchie, 2004) riguardante l’utilizzo della musica nei reparti di cura intensiva neonatale (NICU), dove vengono ricoverati i bambini nati prematuramente.
Questi bambini sono deprivati in maniera prematura dell’ambiente intrauterino e proprio per questo sono più suscettibili degli altri bambini all’effetto dello stress nelle NICU. Dal momento in cui non possono sempre comunicare la propria sofferenza, è necessario osservare gli indici delle risposte corporee legate allo stress. In questi bambini la frequenza cardiaca è alterata, si nota un maggiore consumo di ossigeno, con un minore livello di ossigeno nel sangue, sono riportate inoltre fluttuazioni della pressione sanguigna, difficoltà nella crescita e maggiore agitazione, che si riflette in un maggiore livello di ormoni dello stress.
Tornando indietro per un attimo all’ambiente intrauterino lasciato da poco dal bambino, e riflettendo su come emularlo, dobbiamo tenere in considerazione molti aspetti e tra questi il tipo di rumore/musica che il bambino percepisce all’interno di esso. Alcuni studi mostrano che il feto a 16 settimane di gestazione risponde ai suoni del mondo esterno, in quanto l’udito è il primo senso a svilupparsi. Il bambino impara ad adattarsi al respiro della mamma, ai suoi movimenti e alla sua voce quando lei parla o canta. Anche il suono del sangue che scorre attraverso la placenta può essere udito, così come il battito del cuore della mamma. Questo ritmo fa sentire il bambino protetto!
Ci sono diversi studi che parlano dell’efficacia della musica sul ristabilire il livello di alcuni parametri vitali nei bambini prematuri. Alcuni parlano di diminuzione della risposta allo stress e di aumento dei livelli di ossigeno nel sangue, altri parlano di diminuzione dell’agitazione e aumento della saturazione dell’ossigeno nel sangue, con minori episodi di desaturazione. Altri studi descrivono come la musica possa rendere più veloci le dimissioni dall’ospedale ( da 3 a 5 giorni in meno di ospedalizzazione). Infine, ci sono studi che descrivono un aumento di peso giornaliero doppio e una crescita più veloce della circonferenza del cranio, nei bambini prematuri ai quali viene fatta ascoltare la musica rispetto a quelli ai quali non viene fatta ascoltare.
Ovviamente non si parla di musica in generale, soprattutto con i bambini così piccoli, la musica utilizzata deve avere delle caratteristiche specifiche: i neonati e soprattutto i bambini nati prematuramente preferiscono le voci femminili a quelle maschili, inoltre  riconoscono e preferiscono la voce della mamma alle voci di altre donne. Le canzoni più utilizzate nelle NICU sono ninnananne e pezzi classici, oltre che la voce della mamma mentre parla o canta.
La selezione della musica deve essere fatta in maniera attenta, devono essere scelti dei pezzi caratterizzati da semplicità, ritmo calmo, melodia fluente e armonia semplice. Devono essere evitati cambi repentini nel tempo e nel volume e non devono essere utilizzate combinazioni complesse di diversi strumenti.
Le ninnananne sono particolarmente adatte in quanto generalmente combinano il beneficio della voce femminile ed un formato abbastanza semplice. Tutte le ninnananne hanno le stesse caratteristiche: sono lente ( circa 60/82 battiti al minuto, circa come il battito del cuore adulto a riposo), sono regolari, monotone e ripetitive e sono più efficaci se cantate a voce bassa. Tutte queste caratteristiche contribuiscono ad aumentare il senso di protezione e sicurezza del bambino.
Concludo rispondendo alla domanda iniziale. SI’! La Musica è un veicolo di emozioni e in quanto tale riesce a modulare l’umore e la risposta allo stress. Il suo effetto può essere mediato dalla nostra consapevolezza, o essere totalmente implicito e legato alle risposte del corpo.
Confermo… La vita senza la musica sarebbe un errore.

Bibliografia:
-Schwartz, Fred J., and Ruthan Ritchie. "Music listening in neonatal intensive care units." Music therapy and medicine, theoretical and clinical applications (2004): 13-23.
 

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