martedì 12 aprile 2016

DSA: QUANDO, COME E PERCHÈ



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La maggior parte dei “lettori esperti”, legge questo breve testo, non pronunciando le ogni singola lettera esattamente come la vede scritta, ma completando e aggiustando il testo in modo da dare un senso alle singole parole e al brano intero. Bizzarro? No, economico!
Quando impariamo una nuova nozione, facciamo molta fatica, abbiamo bisogno di concentrazione e nelle prime fasi commettiamo degli errori. Pensiamo ad un bambino alle prime armi con la lettura. Prima scandisce ogni singola lettera, poi mette insieme le lettere per formare le sillabe, da quelle più semplici alle più complesse, e solo dopo molto allenamento riesce a unire le sillabe per leggere in maniera rapida le parole.

Lo stesso accade con i numeri, ai “calcolatori esperti” basta soltanto leggere un’operazione, 4
x5 ad esempio, per far sì che il risultato compaia nella loro mente, anche se non è richiesto di risolverla.
Questo avviene perché l’apprendimento permette di automatizzare i processi e questo è economico. Pensiamo a quanto sarebbe dispendioso ogni volta che saliamo in macchina dover necessariamente pensare “Ora: frizione, prima, accelera..frizione, seconda” e così via. Fortunatamente ciò non accade, proprio perché l’apprendimento rende rapidi i processi al punto da farli sfuggire dal nostro controllo volontario e renderli automatici.

E se il meccanismo dell’apprendimento non funzionasse in tutti allo stesso modo? E se le abilità che per la maggior parte dei bambini diventano automatiche, per alcuni di loro fossero attività che richiedono una grande attenzione? E se un bambino, nonostante sia molto intelligente, riscontrasse delle serie difficoltà scolastiche senza che nessuno ne comprenda la ragione?
Benvenuti nell’affascinante mondo dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, i tanto famosi DSA. In questa pagina mi limiterò a raccontare in breve cosa sono i DSA, senza entrare nella descrizione precisa dei disturbi che fanno parte di questa categoria.
E’ bene sapere che in Italia, a livello legale, si parla di DSA a partire dal 2010. Nella legge 170/2010 infatti per la prima volta viene presentata la sigla DSA. Dal momento in cui si sta parlando di disturbi specifici, il primo articolo di questa legge spiega che si può parlare di DSA quando il disturbo non è dovuto a patologie neurologiche e deficit sensoriali.
Nella pratica spesso risulta difficile distinguere una semplice difficoltà scolastica da un disturbo vero e proprio, soprattutto se questo è di lieve entità. A tal proposito, due autori, Tressoldi e Vio, cercano di fare chiarezza su questo tema definendo le caratteristiche distintive del disturbo, che lo differenziano da una difficoltà o un semplice ritardo. In primo luogo il disturbo è innato, ovvero potrebbe essere l’espressione di una particolare organizzazione funzionale già presente alla nascita, ma che si rende manifesta nel momento in cui vengono richiesti compiti di lettura scrittura e calcolo, mentre nel caso di una difficoltà, questa può manifestarsi in qualsiasi momento dell’apprendimento, anche dopo un avvio regolare. Altra caratteristica che differenzia le due condizioni è la resistenza al trattamento, infatti per risanare una difficoltà a volte sono sufficienti semplici accorgimenti didattici, mentre un disturbo necessita di essere aggirato attraverso attività precise e mirate che sfruttino la plasticità neurale, ovvero la capacità delle connessioni del sistema nervoso di modificarsi in conseguenza alla stimolazione ambientale. Infine il disturbo, rispetto alla semplice difficoltà, è caratterizzato da resistenza all’automatizzazione, ovvero non permette di eseguire in modo sempre più rapido e meno controllato i processi legati all’apprendimento.

La legge 170/2010 descrive quattro disturbi specifici dell’ apprendimento, che possono sussistere insieme o separatamente: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.
Per quanto riguarda il riconoscimento di questi disturbi, se si sospetta che un bambino o ragazzo abbia difficoltà d'apprendimento occorre ricorrere ad una valutazione specialistica. La diagnosi deve essere fatta da specialisti attraverso specifici test. Per tale valutazione ci si può rivolgere alla propria ASL di appartenenza (Servizio di Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia), oppure a specialisti che lavorano come liberi professionisti. Nel 2007 attraverso la modalità della Consensus Conference sono state fornite delle raccomandazioni per la pratica clinica. Viene infatti spiegato che “il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi di DSA è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica). ( Consensus Conference, 2007).”
Da questo deriva che per proporre una diagnosi di DSA è necessario utilizzare sia test che valutino l’intelligenza, sia test che permettano di osservare il funzionamento dell’abilità dominio specifica. La diagnosi di dislessia, disgrafia e disortografia può essere fatta a partire dalla fine della seconda elementare, mentre la diagnosi di discalculia, solo dalla fine della classe terza.
La diagnosi deve essere più precisa e precoce possibile: dal momento in cui i bambini/ragazzi che ricevono una diagnosi di DSA, per legge possono fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari, che facilitino l’apprendimento. Allo stesso tempo, un supporto al di fuori della scuola può essere di aiuto per scoprire i punti di forza del bambino/ragazzo e lavorare su questi in modo da far fronte, anche se in maniera parziale, alle difficoltà causate dal disturbo. D’altra parte, una diagnosi permette di evitare errori di valutazione del bambino da parte delle insegnanti e dei genitori, il tipico “ Non impara perché è uno svogliato”, per intenderci. E’ importante prestare attenzione al vissuto emotivo che prende origine da queste difficoltà. Gli insuccessi scolastici hanno un grande impatto sulla motivazione e sull’autostima dei bambini/ragazzi che, spesso, oltre ad avere delle difficoltà sono anche esclusi dai compagni. Questo per ribadire che a volte quel “ E’ uno svogliato” può avere un peso maggiore di quanto possiamo pensare.
In Italia, a tal proposito, esistono diverse associazioni che si occupano di DSA, tra le più importanti c’è l’AID ( Associazione Italiana Dislessia) che, in collaborazione con le istituzioni e con i servizi che si occupano dello sviluppo e dell’educazione dei bambini, ha lo scopo di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità verso questi disturbi.



Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi
lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.
( Attribuito ad Albert Einstein)

 
Sitografia

AID
Legge 170/2010

 

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