lunedì 11 aprile 2016

SHERLOCK E L'ANALISI DI UN MITO



"Non sono uno psicopatico, Anderson, sono un sociopatico iperattivo, informati!"

Divano, TV ed un account Neftlix che aspetta solamente di essere esplorato. Dopo una ricerca durata meno di un minuto, mi imbatto in quel personaggio dall’aria familiare, tanto famoso quanto modernizzato dagli autori per renderlo partecipe ed attivo nelle vicende attuali, creando così quella sorta di vicinanza emotiva difficile da costruire con un protagonista di una serie ambientata nel 1800. Forse avrete capito di chi si tratta, o forse no? Se vi dicessi che ogni puntata è ispirata ad un diverso racconto di Sir Arthur Conan Doyle? Ebbene sì, sarà Sherlock (Holmes) il protagonista indiscusso di questo articolo.

Cos’ha il bel ragazzo di Londra di così affascinante da distinguerlo dalla massa? Sherlock ha qualcosa di diverso rispetto alla società: un essere umano a tutti gli effetti, i suoi pregi e difetti messi a disposizione del fruitore che riesce a ben comprendere quali saranno i punti deboli (e forti) del protagonista, tanto da prevederli ma essere spiazzato puntualmente dalla logica degli sceneggiatori.

La logica, appunto. Un essere in carne e ossa, solitamente, non fa della logica un punto forte della sua personalità al primo appuntamento con una ragazza. Chi si definirebbe tra di voi: “logico, razionale, estremamente intelligente e non assuefatto da sentimenti”? Nessuno, credo. Sherlock invece sì, e più volte nel corso dei suoi monologhi ammette di essere a tutti gli effetti un sociopatico senza nessun interesse per le frivolezze della vita.

Un sociopatico dunque, ma cos’è la sociopatia e quali affinità ha con la personalità del Signor Holmes?
Partiamo da un presupposto: anche se questo termine è assolutamente considerato come parte del gergo comune, nei manuali psichiatrici non lo troveremo mai se non sotto lo pseudonimo di “disturbo antisociale di personalità”. Esso si definisce come: “Disturbo di personalità caratterizzato dal disprezzo patologico del soggetto per le regole e le leggi della società, da comportamento impulsivo, dall'incapacità di assumersi responsabilità e dall'indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui. Il dato psicodinamico fondamentale è la mancanza del senso di colpa o del rimorso, con la mancanza di rispetto delle regole sociali e dei sentimenti altrui[i]. Eccovi raccontato Sherlock in pochissime righe. È questo che affascina irrimediabilmente una persona appassionata di scienze dell’uomo ed è proprio questa la grandezza degli autori nel creare, televisivamente parlando, un personaggio così affine e così intriso in questo particolare disturbo di personalità. Per un maggior approfondimento (d’altra parte, parliamo di Psicologia) consideriamo anche i criteri diagnostici presenti nel DSM IV-TR partendo dal primo: il soggetto mostra inosservanza e violazione dei diritti degli altri. Questo può comportare l’incapacità di conformarsi alle norme sociali o l’essere estremamente disonesto o impulsivo, manifestando anche aggressività in momenti di tensione, ma anche irritabilità di fronte a piccole difficoltà. Il soggetto solitamente viene considerato irresponsabile dalla società e come uno che non riesce a capire il significato di “senso di colpa” o rimorso. Deve necessariamente possedere la maggiore età, mostrando un disturbo della condotta prima dei 15 anni. Infine il comportamento antisociale non deve essere presente esclusivamente durante un episodio maniacale o nel decorso della schizofrenia.

Concludendo questa indagine, vorrei specificare anche quale sia la tipologia di disturbo associato alla personalità del personaggio: trattasi di una sociopatico alienato, che si definisce come: “caratterizzato dalla bassa capacità di amare ed empatizzare. Solitamente nutre misantropia e odio verso la società. Sono individui che non amano socializzare e preferiscono affezionarsi ad oggetti (o più raramente ad animali) che a persone[ii].

Ovviamente Benedict Cumberbatch nella serie è molto più che un disadattato sociale, non è esclusivamente questo che ci spinge ad amarlo ed avere una spinta verso l’emulazione (chi vorrebbe somigliare ad un sociopatico?). No, egli è anche estremamente intelligente, intuitivo ed… egocentrico. Questo infatti sarà l’argomento principale del prossimo articolo, sempre incentrato sulla figura del Signor Holmes e sulle sue meravigliose avventure.  


[i] American Psychiatric Association (2001), DSM-IV-TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Text Revision, Masson, Milano.
[ii]Ibidem.
 

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