giovedì 12 maggio 2016

IL CERVELLO MI AIUTA A VINCERE!



Può essere piuttosto ovvio dire che le nostre emozioni influenzano la nostra vita e il modo di relazionarci con gli altri. Ad ognuno di noi sarà sicuramente capitata una giornata “storta”, in cui magari una litigata con un amico, un parente o il proprio partner ha creato quel “malumore di fondo” che ci accompagna per tutto il giorno.  Dunque niente di sorprendente. A volte però, ci viene chiesto di essere più razionali possibili, cercando di bloccare la nostra emotività, come se potessimo scegliere a nostro piacimento un “Io” sensibile, empatico e coinvolto, o un “Io” freddo, analitico e razionale.     
                     
Damasio (2000) ha proposto una teoria, secondo la quale la nostra emotività può influenzare le scelte razionali di tutti giorni: detto in altre parole, quando siamo posti di fronte ad una questione logica, dove dobbiamo prendere una decisione OGGETTIVAMENTE vantaggiosa, le nostre emozioni intervengono in nostro aiuto!  La Razionalità di ognuno di noi è guidata dalla valutazione delle conseguenze emotive che possono essere scaturite dalla nostra scelta. L’emozione funge da “Marcatore Somatico”, creando nell’individuo delle sensazioni corporee; ciò permette di segnalare i rischi e i vantaggi delle decisioni che vengono prese, cercando di escludere immediatamente le opzioni per noi svantaggiose.                 
Un esempio pratico: avete mai giocato, sotto il periodo natalizio, a “Sette e mezzo”? Immaginate di avere per le mani un bel 5 e sul banco c’è un bel mucchietto di soldini. Dovete decidere se prendere o no un’altra carta. Come vi sentite? Lo stesso Damasio testò, in pazienti con lesioni cerebrali, le capacità decisionali in condizioni simili: si chiama “Gambling Task” e prevede che il partecipante all’esperimento debba incrementare una quantità iniziale di denaro puntando su quattro mazzi di carte. Due di questi quattro mazzi, detti “cattivi”, permettono di vincere, ma soprattutto di perdere, grandi quantità di denaro, rivelandosi alla fine svantaggiosi. Gli altri due mazzi “buoni”, invece, fanno vincere e perdere somme minori di denaro, ma a lungo termine si rivelano vantaggiosi. I soggetti non sapevano di che tipo fossero questi mazzi, ma con l’andare avanti del gioco, i soggetti normali tendevano a scelte sempre più vantaggiose, mentre i pazienti celebrolesi sceglievano maggiormente i mazzi “cattivi”.       
                                          
Misurando la risposta elettrica sulla pelle (SCR), che indica l’attività emotiva nella persona, si nota che nei soggetti normali c’è una risposta emotiva prima di scegliere la carta e che queste risposte anticipatorie aumentino prima della scelta di un mazzo “cattivo”, mentre ciò non accadeva nei soggetti lesionati.                                                     
In altre parole, il nostro cervello ci invia dei segnali quando stiamo per compiere una decisione, e questi segnali aumentano quando stiamo optando per l’opzione più svantaggiosa! Questo “messaggio” inconscio deriva probabilmente delle precedenti esperienze di vincita o perdita, e si attiva prima che diventiamo consapevoli del fatto che quella scelta possa essere vantaggiosa o meno.

Dunque ragazzi, ecco un consiglio utile per le prossime serate natalizie in compagnia di amici: se giocherete a carte, fate attenzione a cosa vi suggerisce il cervello! Il vostro portafoglio vi ringrazierà!


BIBLIOGRAFIA:

- Ladavas, E., Berti, A (2012), “Neuropsicologia”, il Mulino, Bologna, pp.119-120

- Damasio, A.R. (2000), “ The feeling of what happens: Body and emotion in the making of consciousness,” London, Heinemann

Nessun commento:

Posta un commento