martedì 3 maggio 2016

ED GEIN E LA PREDISPOSIZIONE DEL SERIAL KILLER






Con questo articolo (il primo della serie) cercheremo di addentrarci nell’oscuro ed attraente mondo dei Serial Killer iniziando dal mio “preferito”, ovvero quello che più mi ha incuriosito nel corso degli anni e che trovo così perverso da rimanerne quasi affascinato: Ed Gein.


Sicuramente il 99% di voi lettori si chiederà: “Chi sarebbe quest’uomo?”, e soprattutto: “Tu non scrivevi articoli riguardanti film e serie tv?”. È proprio quello che sto facendo. Riuscite a ricordare “Buffalo Bill”, una delle principali figure de “Il Silenzio degli Innocenti”? Oppure “Leatherface” (faccia di cuoio), il mostro di “Non aprite quella porta”? Infine: avete mai visto Psyco di Hitchcock? Ricordate Norman Bates, il killer protagonista del film? Bene, sappiate che tutte le figure appena citate in realtà non sono frutto della singolare fantasia degli autori, bensì traggono ispirazione proprio dalla vita di Ed Gein, il mostro di Plainfield. 

Impossibile soffermarsi nello specifico sulla sua vita: Ed continua a vivere tra il mito e la pura finzione, tra la leggenda e la realtà, quindi trovare una fonte certa su cosa abbia commesso nella sua esistenza credo possa risultare inutile e poco produttivo. Soffermiamoci però sulla sua infanzia: il piccolo nasce nel 1906 da un padre alcolizzato e pedofilo, il quale ripetutamente si diverte ad abusare sessualmente del figlio, e da una madre luterana e fanatica della religione, dal carattere forte e dittatoriale. Augusta Gein, infatti, costringe i figli ad isolarsi dalla società: afferma che il mondo è immorale e che tutte le donne (esclusa lei ovviamente) sono solo delle becere prostitute. Il sesso è lo strumento con il quale poter procreare, infatti nessuno dei suoi figli può farlo prima del matrimonio ed ogni sgarro viene punito. In un secondo momento, li obbliga a promettere di rimanere vergini per tutta la vita: nello stesso periodo, trova Ed mentre si masturba nella vasca da bagno e, per fagli imparare la lezione, cerca di affogarlo nell’acqua bollente; peggiore è invece il destino di suo fratello, ucciso probabilmente dalla madre che lo scopre ad avere un rapporto sessuale con una ragazza. 

Mi ricollego all’articolo introduttivo, quello in cui chiedevo se Serial Killer si nasce o si diventa. Alla luce della storia di Ed Gein, possiamo considerare tutto ciò una buonissima base fertile per una psicopatologia? Ed sarebbe potuto essere un cittadino modello nella sua Plainfield? Non direi, o meglio: la probabilità di diventare un uomo corretto e ligio al dovere risulta assolutamente più bassa della vittoria del Leicester nella Premier League. Il rapporto di Gein con la madre è infatti ambivalente: se da una parte la donna viene vista come una Dea, dall’altra Ed la odia con tutto se stesso, tanto che molti psicologi sono convinti che egli abbia sofferto di una patologia psicotica subclinica. 

Il quadro cambia totalmente alla morte di lei: l’unica figura che gli è rimasta, quello che gli esperti definiscono come il sottile filo che tiene ancora la schizofrenia latente, viene a mancare. Ed rimane solo, indifeso, non più accudito e protetto dalla madre matrona, ma fragile e in cerca di attenzioni. 

Attenzioni, appunto. Come quelle desiderate da Mary Hogan, la ragazza della taverna della cittadina, o dai cadaveri dissotterrati dalle proprie tombe per essere poi accolti nella fatiscente casa dell’uomo, il quale ama evidentemente quel tipo di compagnia silenziosa e assolutamente accondiscendente ai propri voleri ed alle proprie perversioni.

Ed è un’artista del macabro, un folle senza morale ed un inguaribile Serial Killer ed è per questo che nel prossimo articolo ci addentreremo nei molteplici delitti dell’uomo e cercheremo di capire il perché sia divenuto fonte di ispirazione di molti film e libri.

Nessun commento:

Posta un commento