Con questo articolo (il primo della
serie) cercheremo di addentrarci nell’oscuro ed attraente mondo dei Serial
Killer iniziando dal mio “preferito”, ovvero quello che più mi ha incuriosito
nel corso degli anni e che trovo così perverso da rimanerne quasi affascinato:
Ed Gein.
Sicuramente il 99% di voi lettori
si chiederà: “Chi sarebbe quest’uomo?”, e soprattutto: “Tu non scrivevi articoli
riguardanti film e serie tv?”. È proprio quello che sto facendo. Riuscite a
ricordare “Buffalo Bill”, una delle principali figure de “Il Silenzio degli
Innocenti”? Oppure “Leatherface” (faccia di cuoio), il mostro di “Non aprite
quella porta”? Infine: avete mai visto Psyco di Hitchcock? Ricordate Norman
Bates, il killer protagonista del film? Bene, sappiate che tutte le figure
appena citate in realtà non sono frutto della singolare fantasia degli autori,
bensì traggono ispirazione proprio dalla vita di Ed Gein, il mostro di
Plainfield.
Impossibile soffermarsi nello
specifico sulla sua vita: Ed continua a vivere tra il mito e la pura finzione,
tra la leggenda e la realtà, quindi trovare una fonte certa su cosa abbia
commesso nella sua esistenza credo possa risultare inutile e poco produttivo.
Soffermiamoci però sulla sua infanzia: il piccolo nasce nel 1906 da un padre
alcolizzato e pedofilo, il quale ripetutamente si diverte ad abusare
sessualmente del figlio, e da una madre luterana e fanatica della religione,
dal carattere forte e dittatoriale. Augusta Gein, infatti, costringe i figli ad
isolarsi dalla società: afferma che il mondo è immorale e che tutte le donne
(esclusa lei ovviamente) sono solo delle becere prostitute. Il sesso è lo
strumento con il quale poter procreare, infatti nessuno dei suoi figli può
farlo prima del matrimonio ed ogni sgarro viene punito. In un secondo momento,
li obbliga a promettere di rimanere vergini per tutta la vita: nello stesso
periodo, trova Ed mentre si masturba nella vasca da bagno e, per fagli imparare
la lezione, cerca di affogarlo nell’acqua bollente; peggiore è invece il
destino di suo fratello, ucciso probabilmente dalla madre che lo scopre ad
avere un rapporto sessuale con una ragazza.
Mi ricollego all’articolo
introduttivo, quello in cui chiedevo se Serial Killer si nasce o si diventa.
Alla luce della storia di Ed Gein, possiamo considerare tutto ciò una
buonissima base fertile per una psicopatologia? Ed sarebbe potuto essere un
cittadino modello nella sua Plainfield? Non direi, o meglio: la probabilità di
diventare un uomo corretto e ligio al dovere risulta assolutamente più bassa
della vittoria del Leicester nella Premier League. Il rapporto di Gein con la
madre è infatti ambivalente: se da una parte la donna viene vista come una Dea,
dall’altra Ed la odia con tutto se stesso, tanto che molti psicologi sono
convinti che egli abbia sofferto di una patologia psicotica subclinica.
Il quadro cambia totalmente alla
morte di lei: l’unica figura che gli è rimasta, quello che gli esperti
definiscono come il sottile filo che tiene ancora la schizofrenia latente,
viene a mancare. Ed rimane solo, indifeso, non più accudito e protetto dalla
madre matrona, ma fragile e in cerca di attenzioni.
Attenzioni, appunto. Come quelle
desiderate da Mary Hogan, la ragazza della taverna della cittadina, o dai
cadaveri dissotterrati dalle proprie tombe per essere poi accolti nella
fatiscente casa dell’uomo, il quale ama evidentemente quel tipo di compagnia
silenziosa e assolutamente accondiscendente ai propri voleri ed alle proprie
perversioni.
Ed è un’artista del macabro, un
folle senza morale ed un inguaribile Serial Killer ed è per questo che nel
prossimo articolo ci addentreremo nei molteplici delitti dell’uomo e cercheremo
di capire il perché sia divenuto fonte di ispirazione di molti film e libri.
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